Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di modifica costituzionale si pone in linea con la volontà popolare in questa materia manifestata il 25 giugno 2006 con una significativa affluenza alle urne al referendum costituzionale sulle modifiche alla parte seconda della Costituzione (54 per cento), in netta controtendenza rispetto alle precedenti consultazioni referendarie.
      Il corpo elettorale sembra aver reagito negativamente a riforme che modificano radicalmente il sistema costituzionale mostrando anche una certa insofferenza per un dibattito politico che ha portato negli ultimi cinque anni al susseguirsi di riforme costituzionali a colpi di maggioranza.
      La presente proposta, muovendo dalla volontà popolare di non riformare incisivamente la forma di governo prevista dalla Costituzione repubblicana, è finalizzata ad apportare limitate modifiche per risolvere i problemi di governabilità del Paese, aggravati dal processo evolutivo, peraltro ancora in corso, che di fatto ha modificato radicalmente, dal 1993 ad oggi, il quadro politico e istituzionale del nostro Paese.
      Lo scopo della presente proposta di legge è quello di adattare la forma di governo al nuovo quadro, intervenendo sui poteri del Presidente del Consiglio dei ministri, la cui posizione giuridica rispetto ai Ministri è rafforzata, e sul rapporto Governo-Parlamento, modificando il rapporto fiduciario e gli elementi strutturali e funzionali dei due rami del Parlamento, anche al fine di indirizzare il dibattito sulla modifica della legge elettorale verso un sistema impostato sul modello del «cancellierato» tedesco.
      Più in particolare, con riferimento al potenziamento del ruolo del Presidente del Consiglio dei ministri, si propone l'attribuzione

 

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a questi del potere di proporre la nomina e la revoca dei Ministri, in modo da migliorare la capacità di indirizzare la politica del Governo.
      Con riferimento al rapporto di fiducia, si elimina il rapporto fiduciario tra Governo e Senato della Repubblica e si introduce l'istituto della cosiddetta «sfiducia costruttiva».
      Tali modifiche, cui si deve aggiungere l'attribuzione a diciotto anni del diritto di elettorato passivo e la revisione della composizione della Camera dei deputati in funzione della nuova legge elettorale, rappresentano adattamenti necessari per un sistema parlamentare che richiede un superamento del bicameralismo perfetto, con interventi, tanto sul piano strutturale quanto su quello funzionale, relativi ai due rami del Parlamento.
      Le modifiche proposte consentirebbero di realizzare un intervento che, rispettando le fondamenta della Costituzione, aiuti negli scenari attuali ad assicurare rappresentatività, stabilità ed efficienza al sistema politico e alle istituzioni del nostro Paese, opportunamente seguite da coerenti modifiche della legislazione elettorale.
 

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